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Centro in provincia di Reggio
Calabria con 3.381 abitanti (al 30/09/2006).
Il suo territorio (44 Km²) a forma d'Italia specchiata, si estende dal Mar
Jonio (Grotteria Mare) alla montagna (Croceferrata 1100m s.l.m.). Confina
con i Comuni di Fabrizia, Galatro, San Giovanni di Gerace, Martone, Siderno,
Marina di Gioiosa Ionica, Gioiosa Ionica e Mammola.
Il Centro Storico sorge a quasi 350 metri sul livello del mare esposto ad
oriente e
"appiccicato" su di uno dei contrafforti meridionali del gruppo montuoso
delle Serre, con i tetti delle case che si superano a vicenda nella sua struttura a
gradinata e dall'aspetto "presepe" osservata dalla prospiciente Contrada
Cambruso.
Dalla Statale 106 Jonica o dalla Strada a scorrimento veloce Jonio-Tirreno si arriva a Gioiosa Jonica e seguendo la Statale 281 fino a Catalisano
per
poi imboccare la provinciale 501, che conduce anche a Croceferrata ed ai Piani
della Menta, aree veramente tra le più suggestive della Calabria, che offrono l'ombra, la frescura di
abeti, pini, faggi, le aree attrezzate per il pic-nic ed acque
sorgive molto salubri.
Athenaeon; Grokteau; Minervium; Castrum; Minervae; Crypta-Aurea; Grottaurea;
Grottarea; Goteria; Grottaria e Grotteria sarebbe l'ordine toponomastico del
nome nei secoli di Grotteria.
E' più propensa l'etimologia greca Kripteria (nascosta), o Akropteria (posta
in luogo elevato) invece che, quella supposta, latina Crupta-aurea (grotta
d'oro).Il sillogismo da cui il Lupis Crisafi
(nella sua cronaca di Grotteria) fa coincidere la Castrum Minervae di
Varrone con Grotteria non e' dimostrabile, benché le origini si perdono in
riferimenti leggendari.
Sul territorio di Grotteria sono molti i siti archeologici e i reperti
trovati che testimoniano le sue antichissime origini.
I più importanti:
- Un sepolcreto pre-protostorico indigeno, di rito ad inumazione collettiva
risalente all'età del Bronzo (IV-VIII sec. a.C.) in Contrada Santo Stefano.
Le suppellettili, in terracotta, ferro e bronzo si trovano al Museo
Nazionale di Reggio Calabria (sede dei famosi Bronzi di Riace). Le tombe di
questa Necropoli pre-ellenica sono scavate in un banco di arenaria
pliocenica stratificata e sono a cavernette artificiali di tipo siculo. La
sovrintendenza di Calabria ne ha curato gli scavi.
- Nelle contrade di Pirgo, Farri, Ricciardo, Seggio, Bombacone, Zinnì
Agliola, Cambruso sono state scoperte delle necropoli greche e romane.
Grotteria ebbe il suo massimo splendore nel 1507 quando la sua giurisdizione fu
massima fino al 1806 quando assunse le quasi attuali dimensioni.
Le vicende politiche del meridione e della Calabria in particolare si
rifletterono anche su Grotteria come nel Risorgimento e nell'Unità d'Italia
(Giovambattista, Nicodemo e Nicola Palermo).
In seguito
ai danni provocati dal terremoto del 1783 si avanzò l'ipotesi di trasferire
il Centro Storico altrove ma si scelse invece di ricostruirlo.
Nella
parte alta del Centro è possibile osservare i ruderi di un antico ed imponente
Castello medioevale (monumento nazionale), le cui strutture più
antiche sono forse di origine bizantina. E' lasciato alla mercé del tempo
ed intemperie, quando arrivano, ma ancora si ha un'ottima visuale sulla sua
sommità nelle giornate chiare: Mar Jonio; montagne di Canolo (le Dolomiti
del Sud); Martone. Se la visuale vuole essere maggiore si deve salire in
montagna, vicino ai Piani della Menta.
Per gli innumerevoli vinej (viuzze)
e stradine del Centro sono da
ammirare i tanti portali in pietra posti
all'ingresso delle abitazioni spesso insieme allo stemma gentilizio con
l'anno di costruzione e alle maschere apotropaiche,
i
tipici "Gafi" (sottopassaggi pedonali sotto le abitazioni, nella
parte alta del paese) e le
antiche fontane raffiguranti dei volti umani scolpiti (nella parte bassa).
"S. Francesco accanto all'antica chiesa di S. Elia" era il titolo del
convento dei Cappuccini, fondato nel 1594 e soppresso per la costruzione
delle case popolari. Mentre quello dei Domenicani fondato nel 1431 da F.
Giovanni di Firenze distrutto dal terremoto del 1783 ha ceduto il posto
all'edificio della Scuola Elementare.
La religiosità-devozione dei grotterisani e dei feudatari
che furono, è testimoniata dalle
chiese presenti:
SS. Crocefisso; San Domenico; S. Maria Assunta (Matrice); S.
Nicola; Cappella della Concezione; S. Antonio. Numerose altre oggi non ci sono più: chiesa del Carmine; chiesa di S. Giorgio; chiesa di Valverde;
chiesa del Soccorso; chiesa della SS. Annunziata; chiesa detta
dell’Oratorio; chiesetta della Bofia (dal nome della ruga, vicina ad un
altro convento monacale ormai inesistente).
La Chiesa del Crocifisso, costruita intorno al 500, venne più volte
restaurata in seguito ad alluvioni e terremoti. Nell'interno, strutturato in
un unica navata, e' custodita la statua del Crocifisso (proveniente dal
vicino convento dei Padri Cappuccini distrutto dal terremoto del 1783) la
cui festa è la seconda domenica di settembre.
Il 16 novembre la "festa del miracolo", in ricordo del terremoto del 1894,
dove venivano portati in processione tredici santi. Secondo la tradizione
popolare il nubifragio del del 5 febbraio 1745 cessò quando fu portata in processione la
statua del Crocifisso (pare opera di un monaco cappuccino) che diventò il
patrono del paese, onore che prima spettava a San Gaudioso. Di recente
(Luglio-Agosto 2002) è stato restaurato, ed il presente sito è nato da
questo, ampia documentazione verrà inserita in uno dei prossimi
aggiornamenti. Sono altresì da
vedere la madonna lignea proveniente dalla distrutta chiesa di Valleverde,
una Immacolata anch'essa lignea settecentesca di fattura partenopea.
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